È uno strano periodo quello in cui i borghesi sono confinati e i senzatetto stanno al sole...
Il 1° aprile, alla fine della tregua invernale, i dormitori comunali hanno chiuso, riportando in strada migliaia di persone. Gea, la nostra corrispondente a Milano, ne ha incontrati alcuni all'Opera San Francesco, un ente di beneficenza che distribuisce cestini per il pranzo ai naufraghi dell'epidemia.
All’Opera San Francesco, associazione caritatevole nel pieno centro della Milano più borghese e altolocata, tra palazzi Liberty e ristoranti di chef stellati, la coda inizia a formarsi alle 11.30:
la distribuzione è a mezzogiorno, ma pochi hanno qualcosa di meglio da fare che mettersi in attesa.
Arrivano migranti e clochard, rider, lavoratori saltuari che non ricevono più nulla da quando è iniziata l’emergenza e padri di famiglia che un divorzio e la mancanza di un impiego hanno spinto in un dormitorio pubblico: ci tengono a specificarlo, questi ultimi, non appena capiscono che sono una giornalista, come a differenziarsi dagli altri, a ribadire che in circostanze normali non si troverebbero lì.
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